Il Natale a Terni si identifica con il pampepato o panpepato, dolce tipico locale tramandato a noi da una ricetta contadina. E’ un dolce ricco di ingredienti, leggermente elaborato di gusto unico, intenso e fragrante all’assaggio. vale sicuramente la pena impegnarsi per realizzare questa meraviglia.
Ingredienti e quantità | |
1,5 kg di noci sguciate
300 gr. di nocciole 300 gr. di mandorle dolci 300 gr. di cedro candito 300 gr. di miele 250 gr. di pinoli 400 gr. di uva passerina 2 bicchieri di mosto cotto 200 gr. di farina senza glutine 700 gr. di cioccolato fondente spezzettato 100 gr. di cacao amaro senza glutine e senza lattosio 200 gr. di zucchero la buccia grattugiata di una arancia una grattugiata di noce moscata due tazzine di caffè decaffeinato ristretto una spolverata di pepe nero macinato. |
Preparazione |
Pulire e spellare noci, mandorle e nocciole. In un pentolino scaldare miele, caffé e mosto cotto che saranno gli addensanti. Gli altri ingredienti vanno mescolati assieme sulla spianatoia all’asciutto. Utilizzare il liquido dolce per incorporare ad essi i 200 gr di farina in modo da ottenere un impasto. Prelevare dall’impasto piccole pagnottine che si mettono a cuocere in una teglia precedentemente spolverata di farina in forno per circa mezz’ora a media gradazione. Mangiarli dopo alcuni giorni dalla cottura. |
Una chicca sul pampepato è la poesia dedicata al dolce dall’autore ternano Italo Conti (www.italoconti.com)
Il Pampepato
Il pampepato a Terni è tradizione
di un’antica ricetta contadina
che per l’Immacolata Concezione
si preparava presto la mattina.
Dal millecinquecentoquarantotto
abbiamo arricchito tutti “i Natali”
con noci, agrumi, mosto d’uva cotto
e mille altri sapori eccezionali.
Noce moscata, mandorle, nocciole,
pinoli, uvetta, cioccolato e miele,
cacao e cannella quanta ce ne vuole
senza dimenticarsi poi del pepe.
Farina, zucchero e scorsa di limone,
caffè, arancio e poi frutta candita,
che pure gli Angeli vanno in processione
per leccarsi la punta delle dita.
S’impastano aggiungendo la farina
si fanno “pagnottini” tondi tondi
e per qualche minuto, una ventina,
a centottantagradi tu l’inforni.
Il vero pampepato è questo qui.
Hai voglia tu ad inventare mostri
da cinquecento anni o giù di lì
i pampepati veri… sono i nostri.
Dopo di che, vecchitti e giovanotti
tutti quanti statemi a sentire:
quando aprite il forno, appena cotti,
per il profumo… attenti a non svenire.
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